Siviglia
gennaio 2020
Ho iniziato a viaggiare a gennaio per dare un senso ad un mese che, come suggerisce anche il buon Vasco, un senso non ce l’ha. Senza immaginare però che questa volta sarebbe servito a dare un senso ad un anno intero. Non me ne voglia tutta la gente che a gennaio c’è nata, sposata e moltiplicata. Io a gennaio solitamente trasloco, e difficilmente lo ricordo con piacere.
Un pò con la voglia di usare lo spazio per giocare con il tempo, cercavamo una meta che ci portasse al caldo. Che ci regalasse un “fine primo tempo” dal freddo di Milano, che ci riscaldasse le mani prima di affrontare i giorni della merla.
Nella mia memoria Siviglia sarà per sempre un assaggio di primavera nel cuore dell’inverno, l’odore di fiori d’arancio, “La vida es un Carnaval” a voce piena e chitarra classica, sfumata nell’eco leggerissimo di “Can’t help falling in love” sulle corde di violino in Plaza de Espana.
Sarà tutta la luce che filtra nelle stanze dell’Alhambra sui muri intarsiati nella pietra, gli occhi infuocati dei danzatori di flamenco, e ogni colpo furioso di tacco sul cemento. Una promessa calda di tornare in Andalusia.