Ibiza

Ibiza

AGOSTO 2020

Ci serviva un lembo di terra interrotto dall’acqua che spegnesse i notiziari, i bollettini di guerra, il freddo e la paura che certe cose non sarebbero più tornate come prima. E siamo partite su un’isola: calda, silenziosa, e inedita a chiunque. Ai turisti che l’amano ogni anno da sempre, ai suoi abitanti che non riescono a lasciarla, e a me, che non avrei voluto vederla in altro modo se non così. Nuda.

[L’ascolto della traccia è consigliato, come al solito, durante tutta la lettura].

 
Ricordo lunghi viaggi in auto, e nell’abitacolo una bambina che ad ogni bellezza fuori dal finestrino domandava “Siamo arrivati Mamma?”. Ebbene non era impazienza, ma voracità di cose belle. Non sono io a dirlo, ma proprio quella bambina.

Ricordo lunghi viaggi in auto, e nell’abitacolo una bambina che ad ogni bellezza fuori dal finestrino domandava “Siamo arrivati Mamma?”. Ebbene non era impazienza, ma voracità di cose belle. Non sono io a dirlo, ma proprio quella bambina.

Dalt Vila.

Dalt Vila.

 
Dalt Vila.

Dalt Vila.

Plaza del Sol.

Plaza del Sol.

“Ibiza è libertà”. Mi dicevano. Pensavo a questo mentre passeggiavo da sola, sotto i quaranta gradi all’ombra delle due, nel centro storico poco affollato di Eivissa. Fissavo un punto qualunque nel vuoto. Dritto di fronte a me.

Ibiza è libertà”. Mi dicevano. Pensavo a questo mentre passeggiavo da sola, sotto i quaranta gradi all’ombra delle due, nel centro storico poco affollato di Eivissa. Fissavo un punto qualunque nel vuoto. Dritto di fronte a me.

Poi ho messo a fuoco. “Ibiza è libertà”, mi dicevano.

Poi ho messo a fuoco. “Ibiza è libertà”, mi dicevano.

Eivissa.

Eivissa.

Dalt Vila. Come fosse il ramadan quotidiano per tutti gli abitanti dell’Isla, i tramonti qui sono un rituale silenzioso e magico. La luce opaca prima della discesa, come il suono ammaliante di un pifferaio. E noi, come animali ammaestrati, che svegl…

Dalt Vila. Come fosse il ramadan quotidiano per tutti gli abitanti dell’Isla, i tramonti qui sono un rituale silenzioso e magico. La luce opaca prima della discesa, come il suono ammaliante di un pifferaio. E noi, come animali ammaestrati, che svegliati dal letargo, si spostano sul mare a guardare.

Dalt Vila.

Dalt Vila.

Tramonto da Dalt Vila.

Tramonto da Dalt Vila.

A pane e arte.

A pane e arte.

Atmosfere notturne. E un’inedita me che le insegue.

Atmosfere notturne. E un’inedita me che le insegue.

Ambienti privati Ibiza
Palme a Eivissa
Atmosfere private.

Atmosfere private.

Es Vedrà. Risalpo oggi pomeriggio dal porto di Eivissa e a chiunque mi faccia notare che torno a casa in aereo e non in nave rispondo: i decolli ad Ibiza sfiorano la cresta del mare subito dopo aver lasciato terra. Per cui direi che è abbastanza app…

Es Vedrà. Risalpo oggi pomeriggio dal porto di Eivissa e a chiunque mi faccia notare che torno a casa in aereo e non in nave rispondo: i decolli ad Ibiza sfiorano la cresta del mare subito dopo aver lasciato terra. Per cui direi che è abbastanza appropriato così.
Un diario di bordo con meno pagine del solito. Qualche appunto sulle zaffate di libertà che si respirano ad ogni angolo di strada, una cultura hippie che ha avuto la capacità di trasformarsi per queste generazioni di ventenni scapestrati, rimanendo comunque se stessa. Poco pudica e open minded (a voler fare l’internazionale). Qualche segnalazione sulle dilaganti mastoplastiche additive che sfidano le leggi della gravità, e un universo gay dalla cui spensieratezza ho solo che da imparare. Un lungo e intenso capitolo di questo viaggio lo dedico ai tramonti, puntualissimi rituali per il sollievo di fine giornata. Dal caldo. Dal caos. Da tutte le cose che chiunque approdi qui, lascia fuori dall’Isla. M’impegneró nei prossimi viaggi a riflettere sulle ragioni che ci portano a circondarci di acqua per sentirci davvero al sicuro. Nel frattempo resto qui, a pensare alle persone che mi sono mancate in questi pochi giorni, e a godermi Es Vedrà ancora un po’. Finchè non ce lo vietano. Finché c’è ancora luce.